Dienstag, 24. Dezember 2019
Dienstag, 15. Oktober 2019
Sonntag, 17. März 2019
il falso Ego e il disturbo alimentare come medicinale
La formazine di una falso ovvero un altro Ego= un´altra identitá avviene in maniera inconsapevole. Un bambino riceve un´educazione dai suoi genitori o dalle sue figure di riferimento con regole di vita che dovrebbero aiutarlo a condurre una vita sana. Dall´educazione apprendiamo delle regole trasmesse dai nostri genitori e ci rendiamo spesso conto piú tardi che per lo sviluppo della nostra personalitá ed autostima avremmo avuto in realtá bisogno di altri input. Piú tardi mettiamo molte cose in discussione, soprattutto quando ci rendiamo conto che non siamo soddisfatti di noi stessi. Tuttavia non dobbiamo dimenticare questo: Le nostre figure di riferimento erano e sono solo persone e in realtá non avevano cattive intenzioni con noi, volevano soltanto che noi avessimo una vita migliore. Ma cosa succede quando loro contribuiscono attraverso troppe o pochissime aspettative a costringerci involontariamente a costruire un altro Ego= un´altra identitá, per essere migliori? In particolare succede questo, quando noi facciamo l´esperienza che non abbiamo un valore e dobbiamo rinunciare al nostro vero Ego= alla nostra vera identitá e costruirne un´altra per essere accettati. Infatti l´altro identitá= il falso Ego nasce dalle influenze esterne e puó essere descritto cosí: "È ció che vorremmo essere, per essere migliori." Il vero Ego= la nostra vera identitá é invece come noi siamo veramente con tutte le nostre qualitá e tutti i nostri difetti. Un bambino piccolo cerca innanzitutto l´amore, la protezione e il sostegno delle sue figure di riferimento, se queste peró gli trasmettono la sensazione, che lui non é mai abbastanza per soddisfare le loro aspettative, lui si troverá davanti a un bivio e dovrá prendere una decisione. O si adatterá ai desideri dei suoi genitori e per paura di non essere amato metterá da parte i suoi bisogni, sacrificando cosí il suo vero Ego o fará il contrario di quello che pretendono i suoi genitori deludendo le loro aspettative e perdendo la loro approvazione e stima. In entrambi i casi il bambino sará insoddisfatto. Nel primo caso, perché non riuscirá ad accettarsi per come lui veramente é, nel secondo caso riuscirá a essere se stesso, peró perdendo l´amore dei suoi genitori delusi, perché avevano per lui altre aspettative. L´insoddisfazione di se stessi puó essere alleviata con lo sviluppo di un disturbo alimentare o con una dipendenza. Il disturbo alimentare come "medicina" serve a risolvere questo dilemma interiore "Vero Ego= vera identitá contro Falso Ego= falsa identitá". Le persone con un disturbo alimentare o con una dipendenza cercano attraverso il mezzo= cibo, digiuno, droghe etc. di eliminare il dolore di questo conflitto. Il falso Ego viene per esempio vissuto come regola di vita dalle anoressiche con questo atteggiamento: "Devo essere perfetta, devo sempre dare di piú per raggiungere il mio Ego ideale. Per questo motivo i comportamenti disfunzionali come digiunare, non mangiare, l´ eccessiva attivitá fisica, l´abuso di lassativi e il vomito sono per le anoressiche strategie che le aiutano a non doversi direttamente confrontare con il loro dilemma interiore: Vera identitá o falsa identitá?" In terapia imparano ad entrare in contatto con la loro vera identitá a percepire i loro bisogni interiori e perfino a soddisfarli mettendo in discussione le regole di vita trasmessele dalle loro figure di riferimento. Non tutto quello che noi abbiamo imparato nella nostra infanzia ci é stato d´aiuto. Qualcosa ci serve ancora, qualcosa ci ha reso estranei a noi stessi. Tuttavia possiamo ogni volta entrare in contatto con il nostro vero Ego per stabilire il nostro equilibrio interiore. Nella societá odierna il falso Ego prende sempre piú posto, noi ci dimentichiamo spesso che come persone abbiamo comunque un valore, indipendentemente dalle nostre prestazioni.
Samstag, 9. März 2019
"Falsches" Selbst und Essstörung als Selbstmedikation
Der Aufbau eines „falschen“ Selbst erfolgt
in der Regel unbewusst. Ein Kleinkind erhält durch die Erziehung von den
Bezugspersonen gut gemeinte Lebensregeln, die dem Kind später helfen sollen,
ein gutes Leben zu führen. In der Erziehung machen wir die vermittelten Lebensregeln
zu unseren Eigenen und erfahren erst später, dass wir für die Entwicklung eines
gesunden Selbstwertgefühls einen anderen Input gebraucht hätten. Später stellen
wir vieles in Frage, wenn wir merken mit uns selbst unzufrieden zu sein.
Wir dürfen aber auch Folgendes nicht unbeachtet
lassen: Unsere Bezugspersonen waren/sind auch nur Menschen und haben es
eigentlich gut mit uns gemeint. Was passiert, wenn sie durch Überforderung oder
Unterforderung dazu beitragen, ein „falsches“ Selbst in uns aufzubauen? Insbesondere
wenn wir die Erfahrung machen, dass wir - aus welchem Grund auch immer - nicht
genug Wert besitzen oder sogar wertlos sind, werden wir unser „wahres“ Selbst
aufgeben. Das „falsche“ Selbst entsteht durch die Einflüsse unserer Umwelt („Was
wir sein möchten, um besser zu sein.“).
Das wahre „Selbst“ sind wir mit all
unseren guten Eigenschaften und Fehlern. Ein Kleinkind sucht ganz natürlich
Liebe, Geborgenheit und Halt durch Bezugspersonen. Wenn diese ihm aber das
Gefühl geben bestimmten Ansprüchen nicht zu genügen, steht es vor einer grundlegenden
Entscheidung: entweder wird es sich an die Wünsche der Eltern anpassen und aus
Angst ihre Liebe zu verlieren seine eigenen Bedürfnisse zurücksetzen und damit
sein wahres Selbst aufopfern, oder es macht das Gegenteil dessen was die Eltern
von ihm verlangen. Hier nun besteht die Gefahr eines Liebesentzugs, da das Kind
die in es gesetzten Erwartungen nicht erfüllt. Beide Wege können zur
Unzufriedenheit führen.
In dem ersten Fall kann sich das Kind nicht
so akzeptieren wie es eigentlich denkt und fühlt. In dem zweiten Fall steht es
zu sich selbst und verliert dadurch die Liebe der enttäuschten Eltern. Diese
Unzufriedenheit mit dem eigenen Selbst kann durch eine Essstörung bzw. Suchterkrankung
gelindert werden. Die Essstörung als Selbstmedikation dient dazu den
Widerspruch zwischen dem falschen und wahren Selbst aufzuheben. Menschen mit
einer Essstörung und einer Suchterkrankung versuchen durch das Mittel (Essen /nichts
essen, Drogen usw.) den Schmerz dieses Konflikts zu beseitigen.
Das „falsche“ Selbst wird z.B. bei den
Anorektikerinnen als Grundeinstellung erlebt: „Ich muss perfekt sein. Ich muss
mehr und mehr und … um mein ideales (= falsches) Bild aufrechtzuerhalten. Hierbei
stellen essen, nicht essen, fasten, verhungern, erbrechen oder exzessiver Sport
eine wichtige Hilfsfunktion dar. Durch dieses gestörte Verhalten vermeiden die
Betroffenen eine Auseinandersetzung mit dem Widerspruch „falsches, ideales
Selbst“ und „wahres Selbst“.
In der Therapie lernen die Betroffenen
in Kontakt mit ihrem wahren Selbst zu sein, ihre inneren Bedürfnisse
wahrzunehmen bzw. sogar zu erfüllen und die Lebensregel ihrer Bezugspersonen in
Frage zu stellen. Nicht alles was wir in unserer Kindheit gelernt haben war
hilfreich. Einiges benötigen wir weiter, einiges hat uns entfremdet. Wir können
aber zu jeder Zeit wieder den Kontakt zu unserem wahren Selbst herstellen, um unser
Gleichgewicht zu fördern. In der heutigen Gesellschaft nimmt das falsche Selbst
immer mehr Platz. Wir vergessen, dass wir als Menschen einen Wert haben,
unabhängig von unseren Leistungen.
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