Behandlung von Essstörungen

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Dienstag, 13. August 2013

Il ruolo dei fratelli e delle sorelle

I figli non sono tutti uguali. Ogni individuo é unico e nella sua unicitá ha il diritto di essere cosí come é (Daniela)

I disturbi alimentari si trattano sempre non perdendo di vista il sistema, in cui la persona colpita é cresciuta. Ci sono migliaia di libri dedicati al ruolo dei genitori, in particolare del rapporto tra madre e figlia, ma spesso mi domando: "Dove restano i fratelli e le sorelle delle persone colpite?!".  Anche se il loro ruolo nelle letterature non viene quasi mai menzionato, anche loro fanno parte del sistema familiare e danno un enorme contributo, per creare un  quadro completo ai fini di una terapia migliore.
Partendo dal presupposto che i figli non siano tutti uguali, perché ogni individuo é unico e prendendo in considerazione  invece le affermazioni dei genitori, che  illudendo se stessi e i loro figli spesso dicono il contrario e cioé che per loro i figli sono tutti uguali,
riusciremo a fare un passo avanti e ad analizzare la realtá e la sua imperfezione, senza negarla, condannarla o criticarla, semplicemente analizzandola, cosí come é. Questo sará il presupposto per imparare ad accettarla, senza giudicare e condannare nessuno. La guarigione dai disturbi alimentari per le persone colpite non rappresenta soltanto la riappacificazione con se stesse, ma anche con tutto quello che é stato, cercando di prendere il meglio da questa esperienza, per poterla piú tardi trasmettere ai loro figli.
Chi sono questi fratelli o sorelle? Sono perlopiú i figli degli stessi genitori, a volte piú grandi o piú piccoli di noi, a volte modelli da seguire, a volte da evitare, perché durante l´infanzia o ci picchiano,  o ci abbracciano o ci tolgono l´attenzione dei nostri genitori, o ci proteggono da loro e dagli estranei.
Le persone colpite mi raccontano spesso di incomprensioni, di gelosie e litigi con i loro fratelli, a causa dei genitori, che non sono riusciti a essere equi, ma mi parlano altrettanto di relazioni serene, esperienze estremamente positive con i loro fratelli, in cui  si sono sentite protette e profondamente capite.
Non mi soffermo mai a trovare un capro espiatorio, perché non serve a nulla, il lavoro é centrato come sempre sulle risorse e non sulle mancanze. Le persone colpite imparano dapprima a soffermarsi sui vantaggi, piuttosto che sulle mancanze e scoprono come in certi casi siano stati fortunati a non essere figli unici. Perché?
"Perché hanno imparato nella vita a dividere qualcosa con gli altri. Noi siamo animali sociali e che ci piaccia o no, dobbiamo imparare a convivere in una comunitá, anche con le persone che non sono adatte a noi" Per quanto riguarda i soprusi  subiti, nessuno ha detto che siano giusti e che si debbano fare, ma la persona colpita, puó rielaborarli, solo se dá spazio a tutti i suoi sentimenti, li accetta come tali e riesce a dare delle risposte alla sua delusione e rabbia. Spesso il percorso finale, rappresenta una vera liberazione fatta di presa di coscienza e di perdono. Il perdono avviene dopo la presa di coscienza della realtá. La persona colpita non si lascia piú ingannare dai suoi ideali e da ció che le manca, ma riesce alla fine ad accettare l´imperfezione di questa realtá e gli errori commessi da altri. La risposta suona come : " È vero! Sono stato ferito, la mia famiglia e miei fratelli hanno contribuito ad aumentare questo dolore e a volte hanno peggiorato anche la situazione, ma spesso l´hanno fatto inconsapevolmente, perché sono umani e possono sbagliare." Questa é la risposta piú diffusa nei casi in cui le ferite vengano provocate involontariamente. É piú facile perdonare qualcuno, quando ci si rende conto, che non l´ha fatto appositamente. La terapia familiare mira anche alla presa di coscienza di alcuni meccanismi, che prima erano inconsci. Fratelli e sorelle sono e diventano i pezzi preziosi di questo meraviglioso mosaico.

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