Behandlung von Essstörungen

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Samstag, 18. Januar 2014

Depressione: freno di emergenza






La  tesi che sto per citare, Ã© avvalorata da molti anni e viene menzionata in ogni dibattito, ogni qualvolta che si parla di depressione e di suicidio. Ho deciso di trattare questo argomento, perché nella terapia dei disturbi alimentari, temi come  "crisi e  suicidio" non dovrebbero essere trascurati. Nei nostri corsi di formazione e in ogni libro  ci é sempre stato presentato il suicidio come un atto estremo, successivo a qualcosa, o meglio la conseguenza e la causa di una depressione. Proviamo per un attimo a interpretare la depressione non piú come una malattia, con i suoi sintomi, ma come un campanello di allarme, che serve all´individuo per proteggere se stesso e la propria vita. La depressione, cosí come un disturbo alimentare é una strategia attraverso la quale la persona colpita cerca di risolvere un conflitto rimasto irrisolto. Per la persona colpita é apparentemente piú facile confrontarsi con i sintomi  della depressione e del disturbo alimentare piuttosto che risolvere il reale problema, che inconsciamente é stato rimosso e sostituito dal sintomo. L´errore che facciamo da anni é quello di trattare le malattie  soltanto alla base dei sintomi e credendo che gli psicofarmaci siano l´unico rimedio per alleviare e guarire  una malattia mentale. Certamente gli psicofarmaci sono fondamentali a riportare equilibrio e a rendere possibile una terapia. Se pensiamo a un disturbo bipolare, non potremmo mai immaginare una terapia senza gli psicofarmaci, perché é grazie a loro che si riducono le fasi maniacali, permettondo alla persona colpita di iniziare una terapia. Insomma, diciamo sí agli psicofarmaci,  se non se ne puó fare a meno, ma gli psicofarmaci non dovrebbero mai essere presi per sostituire una terapia, dovrebbero sempre accompagnarla.
Ritornando alla terapia della depressione. Cosa fa in genere una terapia? Allevia i sintomi e permette alla persona di stare meglio e facendo questo aumenta paradossalmente il rischio del suicidio.
La depressione protegge la persona colpita sia dalla vita e sia dalla morte. È un freno di emrgenza che scatta, per mettere in guardia e avvertire che abbiamo perso il nostro equilibrio. Nello stato in cui uno si trova, non é in grado di intraprendere niente. Apatia e disinteresse sono le caratteristiche principali che descrivono uno stato depresso.
Quando la persona colpita si sente meglio, ha di nuovo la forza e di conseguenza é capace di programmare un suicidio. Negli ultimi anni si é calcolato un numero elevato di suicidi proprio alla fine di una terapia. Spesso erano casi di persone che si sono tolte la vita subito dopo una seduta psicoterapeutica o dopo essersi ripresi, grazie all´assunzione di pscicofarmaci.
Perché succede questo?
Perché una terapia e gli psicofarmaci eliminano una depressione, ma non eliminano il cosiddetto "Todesdrang"= l´impulso di togliersi la vita.
Sta al terapeuta portare la persona colpita a riconoscere queste due componenti : "Todesdrang e Lebensdrang= impulso di vivere."
Nell`intervento di una crisi é fondamentale dare spazio a queste due componenti, analizzandole e trovando insieme delle alternative. Lasciando libero l´individuo di fare una scelta.

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