Spesso lavoro con persone che hanno alle spalle anni di analisi e diversi soggiorni in clinica. Mi rendo conto, come sia stato importante per loro, scoprire il motivo per cui si siano ammalate, pur non avendo ancora superato la malattia. Per onestá intellettuale e rispetto verso i miei colleghi, non mi permetto mai di giudicare nessuna terapia, perché so oggi da ex colpita, che non sono i metodi terapeutici a far guarire una persona da un disturbo alimentare, ma la sua volontá , il suo impegno costante e l´utilizzo costante del metodo acquisito. È pur vero che una cognitivo comportamentale all´inizio della terapia giovi di piú di un´analisi, perché la persona colpita deve acquisire un metodo per migliorare il suo rapporto con il cibo e questo é possibile grazie alla VT (Verhaltenstherapie). In Germania le dipendenze e i disturbi alimentari vengono trattati, facendo in modo che sia la persona colpita a diventare l´esperta di se stessa. Per fare questo, il terapeuta deve rinunciare al suo "potere" e creare invece le premesse per l´utilizzo delle risorse personali. In gioco non c´é solo l´instaurazione di un buon rapporto tra cliente e terapeuta, basato appunto sulla fiducia, ma il rispetto dei valori e delle mete individuali, che solo la persona colpita conosce e che a causa della malattia ha per il momento perso di vista. Quando noi lavoriamo con questo metodo ll nostro lavoro consiste soltanto nel riuscire a creare le premesse per lo sviluppo individuale. Devo molto ai corsi di aggiornamento che mi hanno dato la possibiltá di approfondire questo metodo, ma il mio ringraziamento va soprattutto alla mia terapeuta di allora, che da ex colpita, sostiene e lavora ancora oggi con questo metodo.
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